Necrosi Avascolare della Testa del Femore
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Diagnosi
Vi e’ stata diagnosticata una sospetta necrosi avascolare della testa del femore?
Di cosa si tratta?
La necrosi della testa del femore è il risultato di un difetto di vascolarizzazione della testa femorale e conseguente riassorbimento del tessuto osseo in un’area delimitata, tali da indurre una degenerazione dell’intera articolazione.
E’ una patologia piu’ frequente nel maschio tra i trenta ed i sessant’anni e puo’ essere bilaterale.
Cause
Le cause possono essere molteplici sia di natura traumatica o non traumatica.
Nel caso di un trauma possiamo avere una lesione vascolare ed una diminuzione della perfusione della testa femorale, nelle condizioni non traumatiche spesso e’ difficile comprendere le cause. Spesso l’eziopatogenesi dell’osteonecrosi è determinata da fattori concomitanti: assunzione di farmaci (es. cortisone per lunghi periodi), alcool, diabete, malattie metaboliche, turbe della coagulazione ed altri fattori possono concorrere.
Sintomi
Il paziente inizia ad accusare dolore all’anca soprattutto dopo sforzo ed in alcuni movimenti (es mettere le calze) con conseguente zoppia. Il dolore è solitamente il sintomo di esordio ed ha insorgenza improvvisa, puo’ essere riferito all’inguine, irradiato alla faccia anteriore o anteromediale della coscia e più raramente al gluteo. Il dolore è spesso presente anche a riposo ma il carico e la deambulazione lo aggravano significativamente.
Diagnostica
Le radiografie tradizionali possono evidenziare modeste alterazioni di densità nella trama ossea o possono mostrare alterazioni della morfologia della testa femorale che si deforma. I primi reperti radiografici dell’osteonecrosi possono essere evidenti anche dopo circa 3 mesi. La TAC può aiutare a definire l’estensione della lesione ed il grado di collasso osseo negli stati più avanzati ma la RMN rappresenta la metodica diagnostica di scelta poichè permette di scoprire le lesioni precocemente ancora prima che siano visibili nelle radiografie tradizionali.
Trattamento
Inizialmente il trattamento consiste nello scarico dell’arto, terapia farmacologica simile all’osteoporosi, terapie fisiche quali la magneto terapia e l’ossigeno terapia iperbarica. Vengono con successo impiegati i “growth factors “ nelle fasi iniziali della malattia, e’ comunque una difficile sfida poiche’ non sempre si raggiunge la guarigione; inoltre negli stadi più precoci della lesione spesso il paziente e’ asintomatico ed i disturbi compaiono quando le opzioni di trattamento sono solo chirurgiche ed in pazienti giovani e con elevate richieste funzionali la sostituzione protesica dell’anca è a maggior rischio di usura e fallimento. In considerazione dell’età precoce in cui spesso la malattia si manifesta e, conseguentemente, delle elevate richieste funzionali, emerge l’importanza di opzioni terapeutiche “biologiche” che consentano di risparmiare l’articolazione, evitando il collasso della testa femorale.
Le prospettive di ricerca su cui ci stiamo concentrando da alcuni anni sono rivolte allo studio della fisiopatologia della malattia ed all’impiego di fattori di crescita autologhi e cellule mesenchimali che si stanno rivelando fondamentali nel promuovere i processi di osteogenesi riparativa.
Recupero
Dopo il trattamento chirurgico e’ necessario limitare il carico sull’anca e seguire un attento protocollo riabilitativo.